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CORSI D’ORO, Ardita chiede 11 anni per Genovese, a seguire altro

ARDITA TSEBASTIANO ARDITA

CHIESTI 11 ANNI PER GENOVESE

Queste le principali richieste di condanna formulate stamane dai Pm: 11 anni di reclusione e 15 mila euro di multa per Genovese, 5 anni e mezzo per il cognato Franco Rinaldi, deputato all’Ars, 8 anni per Elio Sauta, ex consigliere comunale e patron dell’Aram, 3 anni e 8 mesi per l’ex assessore Melino Capone e il fratello Natale, responsabili dell’Ancol, 6 anni per Chiara ed Elena Schiró, 1 anno e 8 mesi per la sorella Giovanna, Roberto Giunta, 6 anni, 7 anni per il commercialista Stefano Galletti, 6 anni e mezzo per Graziella Feliciotto, moglie di Sauta, 2 anni e mezzo per Cettina Cannavó, ex segretaria dell’onorevole e tesoriera del Pd, 2 anni e 2 mesi per Salvatore La Macchia,  già capo di Gabinetto dell’Assessore regionale Mario Centorrino, 1 anno e 8 mesi per il costruttore Orazio De Gregorio, 6 mesi per Paola Piraino, 3 anni e 2 mesi per Domenico Fazio, 3 anni per Di Lorenzo, 3 anni e 8 mesi per Carmelo Favazzo. L’accusa ha chiesto la concessione delle attenuanti generiche soltanto per La Macchia e la Cannavó e l’assoluzione dal reato di associazione a delinquere per Giovanna Schiró e Natoli.

Nel corso dell’udienza preliminare il Pm Sebastiano Ardita utilizza parole di fuoco all’indirizzo deputato ex Pd ora di Forza Italia Francantonio Genovese: “Genovese non ha eluso, ma ha umiliato il sistema dei controlli fiscali riuscendo riciclare oltre 600mila euro e a guadagnare 1400 euro l’ora senza pagare neanche un euro di tasse”- ha detto tra l’altro il magistrato ed ha aggiunto “Genovese teneva sotto controllo alcuni funzionari che avrebbero dovuto effettuare i controlli, promettendo incarichi e ricevendo in cambio esenzione dai controlli ed informazioni su possibili ispezioni”. Davanti al Gup sono imputati, oltre a Francantonio Genovese, che deve rispondere di associazione per delinquere, riciclaggio, peculato, frode fiscale e truffa, il cognato, il deputato regionale di Fi Franco Rinaldi, ed altre 22 persone. Ma ricostruimo l’ultima udienza. La corte aveva ben presente il ritardo causato allo svolgimento dei propr lavori dall’improvviso malessere di Elio Sauta nella scorsa udienza, per cui all’udienza del lunedì non si è lasciata sorprendere più di tanto quando è stato l’onorevole Francantonio Genovese, l’imputato principale, a lamentare disturbi allo stomaco e a chiedere il rinvio dell’udienza. I giudici hanno inviato prontamente un consulente medico al suo domicilio a verificare e il medico ha concluso che Genovese era stato colto da una generica gastroenterite, non talmente grave da impedirgli di presenziare in aula. Dunque la Corte ha rigettato la richiesta e dato la parola all’accusa, dopo aver rispedito al mittente anche le richieste di disporre un’ambulanza che trasportasse in aula l’imputato indisposto. Il processo volge ormai al termine con la discussione dell’Accusa al processo sui fondi destinati agli Enti di formazione professionale. I PM Ardita e Monaco hanno avuto modo di illustrare come Genovese veva a gestito le proprie finanze ed evaso il Fisco attraverso false fatture e società cartiera. Il PM Sebastiano Ardita è entrato nel cuore del “sistema Genovese”, sviscerendone ogni dettaglio e nell’udienza di venerdì, se tutto dovesse svolgersi come da programma, Ardita dovrebbe concludere la sua dissertazione e depositare presso la Corte le proprie richieste. Nel corso dell’ultima lunga udienza Sebastiano Ardita si è alternato negli interventi di rappresentazione dell’accusa col sostituto Fabrizio Monaco, il magistrato che ha seguito insieme a lui ltutto il processo. Insieme i due magistrati hanno esplorato ogni angolo di quello che era stato stato il mondo che ruotava intorno ai corsi di formazione. Monaco e Ardita hanno iniziato a parlare intorno alle ore 13, dopo che la Corte presieduta dalla dottoressa Grasso aveva superato l’ennesimo tentativo di rinvio articolato dalla difesa.  I due magistrati hanno mantenuto il dibattito fino alle ore 18 puntando il dito, nel corso delle loro incursioni dialettiche, sulla gestione contabile e finanziaria delle società satellite dell’onorevole Genovese, talvolta intestate o gestite da prestanome fedelissimi. Altro capitolo il tema dei sistemi di fatturazione, soprattutto  della Caleservice, la società considerata di fatto, dall’accusa, la lavatrice delle società della scuderia di Genovese. E’ slittata quindi la requisitoria di Sebastiano Ardita e del sostituto Fabrizio Monaco, prevista per oggi, per via, come detto, di una richiesta di rinvio per problemi di salute di Genovese. Ma vi suno stati alcune interessanti testimonianze riferite relative a dichiarazioni dell’avvocato Piero Cami, in passato legale dell’onorevole,  e dell’ ex segretaria Cettina Cannavò, che ha dichiarato in aula di essere stata solo esecutrice delle direttive di Genovese,  quando era intestataria della Caleservice. Se tutti i protagonisti saranno in buona salute, l’udienza dovrebbe riprendere il prossimo 22 luglio per le conclusioni.

 

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