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Ribassi diffusi in Asia, Wall Street ha chiuso in calo

RIBASSI DIFFUSI STAMATTINA IN ASIA, WALLSTREET HA CHIUSO IN CALO

Il ribasso di Wall Street condiziona stamattina le borse dell’Asia Pacifico, i risultati del trimestre di due stelle del tech americano arrivati stanotte, non hanno cambiato lo scenario di mercato. L’economia degli Stati Uniti, come ha confermato ieri sera l’aneddotico Beige Book della Federal Reserve,  non se la passa affatto male, essendo cambiata poco o niente rispetto a sei settimana fa. La banca centrale degli Stati Uniti, al termine dell’ultimo meeting del board, in settembre, aveva affermato che la crescita economica è “solida”.

L’indice Nikkei di Tokyo perde l’1,9%. Il Giappone ha registrato un surplus commerciale di 62,4 miliardi di yen (416,6 milioni di dollari) nel mese di settembre. Gli economisti intervistati da Reuters si aspettavano un deficit di 42,5 miliardi di yen. I dati dell’agenzia doganale giapponese hanno rivelato che le esportazioni a settembre sono aumentate del 4,3% rispetto all’anno precedente, mentre le importazioni sono diminuite del 16,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Secondo FactSet, le esportazioni verso l’Asia sono diminuite per il nono mese consecutivo, riflettendo la debolezza della Cina. Le esportazioni sono state sostenute dalle spedizioni verso i mercati occidentali.

L’Hang Seng di Hong Kong è in ribasso del 2%. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen -1,5%. 

Kospi di Seul -1,8%. La banca centrale della Corea del Sud ha nuovamente mantenuto il suo tasso di riferimento al 3,5%, in linea con le aspettative di un sondaggio Reuters tra gli economisti.Nel suo comunicato, la Banca di Corea ha affermato che l’inflazione nel Paese “dovrebbe continuare la sua tendenza di fondo al rallentamento”, ma ci sono incertezze riguardo al percorso futuro dell’inflazione.

Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in ribasso, future EuroStoxx50 (ESTOXX50) -0,7%. Ieri il Ftse Mib di Milano (FTSEMIB) ha perso lo 0,8%. 

Wall Street ha chiuso con una flessione dell’indice S&P500 (SP500). 

Tesla (TSLA.O) -4% nel dopoborsa. Elon Musk ha avvertito che la società dovrà affrontare “enormi sfide” per aumentare la produzione del suo Cybertruck, a lungo ritardata, anche a causa di questo problema, i profitti potrebbero rimanere sotto pressione nei prossimi trimestri. Il produttore di auto elettriche ha registrato un calo del 44% nell’utile netto del terzo trimestre, una flessione più marcata di quanto previsto da Wall Street: i tagli ai prezzi della linea di produzione dell’azienda hanno continuato a pesare sui profitti.

Netflix (NFLX.O) +12% nel dopoborsa per effetto del balzo degli abbonati e dell’annuncio dell’aumento dei prezzi di alcuni servizi. Negli Stati Uniti, il costo mensile del piano base sale a 11,99 dollari al mese, da 9,99 dollari. Gli abbonati sono aumentati di ben 8,76 milioni nel terzo trimestre dell’anno, superando le stime medie degli analisti di circa 6 milioni. In linea con le previsioni l’utile netto.

MACROVARIABILI

Il petrolio WTI (CL) è poco mosso rispetto a ieri, a 88 dollari il barile. Come anticipato nei giorni scorsi, gli Stati Uniti hanno sospeso le sanzioni sul Venezuela, dove governo e opposizione si sono accordati per definire la via che porterà alle elezioni.

L’oro (GC) tratta a 1.945 dollari l’oncia, sui massimi delle ultime quattro  settimane.

Nuovi massimi dal 2007 per il Treasury Note a dieci anni (ZN) a 4,94%. Biennale a 5,22% di rendimento.  

BTP (FBTP) a 4,95%, +9 punti base

Bund (FGBL) a 2,93%.

Spread in allargamento a 205 punti base.

Euro (EURUSD) a 1,053. – by Fineco

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