“Parma, Festival di Open – Le sfide del futuro. Il primo evento del giornale fondato da Enrico Mentana, diretto da Franco Bechis, Parma 15 e il 16 settembre, l’intervista di Mentana a Elly Schlein ” di Patrizia Zangla
Ha le idee ‘chiare’ e le esprime ‘chiaramente’ – a dispetto di chi strumentalmente sostiene il contrario-, Elly Schlein intervistata da Enrico Mentana, editore di Open e organizzatore del primo “Festival di Open”, la due giorni tenutasi a Parma il 15 e il 16 settembre con nomi di altissimo livello, citiamo Dario Fabbri, vice direttore di “Limes”, che ha tenuto un’interessantissima lezione di geopolitica, e in chiusura dell’evento il Cardinale Matteo Maria Zuppi, maggiore conoscitore attuale della situazione Ucraina, da poco tornato dalla Russia di Putin dove si è recato in qualità di mediatore.
Una gremitissima Piazza Garibaldi, il salotto cittadino, ha accolto la segretaria del PD, che ha toccato il tema immigrazione suggerendo un’azione globale europea e considerando i margini di sviluppo del Continente africano, manifestando una visione olistica diversa da quella parcellizzata delle destre che invece di assecondare un fenomeno demografico ineluttabile propongono la costruzione di muri e di blocchi navali fallimentari, come rivelato dai dati attuali sugli sbarchi.
Stessa ampiezza di vedute ha dimostrato sul tema del lavoro al cui riguardo, prosegue la Schlein, deve tenersi conto della tecnologia, intelligenza artificiale, foriera di benefici per lo sviluppo e il miglioramento dei lavoratori.
Intransigente nel sostenere il salario minimo, anche per salvaguardare dalla concorrenza fra lavoratori disposti, per la sopravvivenza, a subentrare con salari più bassi ad altri estromessi per avere avanzato rivendicazioni salariali.
Interessante la sua riflessione sui nazionalismi la cui connaturata ideologia di chiusura porterà inevitabilmente -afferma la Schlein- ad uno scontro, con buona pace delle alleanze tra Paesi Nazional-populisti, “come l’Italia della Meloni e l’Ungheria di Orban che, prima o dopo, saranno trascinati verso lo scontro, costretti dalla necessità di salvaguardare i rispettivi particolarismi”.
L’altro punto fondamentale del suo programma è quello sull’urgenza climatico- ambientale.
Ha dichiarato poi la sua disponibilità a collaborare con altre forze politiche se vi è un accordo su singoli aspetti, come accaduto con Conte e Calenda sul salario minimo.
Suo obiettivo è “ridare fiducia al 50% di elettori che non va a votare e occuparsi della Sanità pubblica che l’attuale Governo, il più a destra della storia della Repubblica, sta smantellando”.
Per quanto riguarda la guerra, stigmatizza la necessità di difendere l’Ucraina dall’attacco criminale di Putin, senza esimersi dal condannare il mancato sforzo diplomatico che avrebbe potuto evitare questa guerra che nessuno vuole. Sottolinea l’importanza “di non perdere l’aspirazione alla pace”, come da monito di Papa Francesco.
Un passaggio della conversazione tocca la neo star, generale Vannacci, le cui tesi ritiene preoccupanti perché generatrici di “troppo odio nella nostra società che si trasforma in violenza e aggressività”. Cita la Rete internazionale ILGA di associazioni europee che racconta scientificamente “che laddove mancano le leggi che riconoscono i diritti, sono più frequenti le violenze, gli episodi di discriminazione”, aggiunge che “è necessario un grande investimento culturale di prevenzione, che parta dalle scuole prima che il pregiudizio si radichi”.
Sarcastica quando commenta l’accusa di far parte del complotto per la sostituzione etnica ordito da Soros. Gravità -come noto- che non risiede nel pensiero di avventori di un bar ma da personalità della politica come Federico Mollicone, presidente della Commissione cultura della Camera, deputato di FdI.
L’ultima stoccata la riserva a Meloni, afferma che “la famiglia va salvaguardata in tutte le sue forme anche in quelle monogenitoriali, anziché con una gestione familistica di un partito politico”. Sottolineando che non basta fare una politica al femminile, il vero traguardo è “la politica femminista intesa come tutela delle donne e azzeramento delle disparità di genere”.
Non si sottrae al tema delle divisioni interne al suo partito, sulla sfiducia di alcuni capicorrente nei confronti della sua gestione, spiegando che «L’ambizione del Pd è non solo unire storie e culture diverse, ma anche immaginare un progetto nuovo, un partito strutturato più a rete che a piramide, con i circoli che sono antenne”. Insiste sul punto che “Tutti insieme siamo la forza del Pd, nessuno escluso. Dobbiamo essere plurali, larghi, aperti, generosi, insieme».
Durante l’intervista, sono emersi alcuni tratti personali della segretaria di cui si scopre non mangi pesce, e giochi a pallone.
Ben augurante il commiato del direttore Mentana che la invita al prossimo Festival Open, sempre a Parma, in cui parteciperà per la seconda volta sempre come segretaria del PD.
L’edizione di esordio del Festival Open ha trasformato la città di Parma in un palcoscenico con due giorni di incontri dal vivo, dibattiti e momenti di riflessione sulle sfide per le nuove generazioni. L’evento è stato realizzato con il patrocinio del Comune di Parma, realizzato con la collaborazione di diversi partner locali e nazionali: Fondazione Parma UNESCO City of Gastronomy, Ali lavoro, Gruppo Colser-Auroradomus, Birrificio del Ducato, Gruppo Zatti, Più Hotels Group, Parma Palatina.