“Cosa ci fa indignare? E cosa possiamo sperare?” di PATRIZIA ZANGLA
Colosimo, FdI, nel giorno del ricordo della strage di Capaci e della morte di Giovanni Falcone è eletta presidente della nuova Commissione Parlamentare Antimafia -mai anniversario è stato così colpevolmente imbarazzante nella storia della Repubblica.
Eletta al primo scrutinio tra gli applausi della maggioranza e le proteste delle opposizioni che hanno abbandonato l’aula.
Cosa ci fa indignare? Un’amicizia pericolosa con l’ex-NAR Luigi Ciavardini che l’onorevole si è affrettata a smentire.
Appena eletta, Colosimo ricorda Giovanni Falcone e cita Piersanti Mattarella forse dimentica – o vuole dimenticare – che l’assassinio di Mattarella è un ‘delitto politico’ che vede intersecate Cosa Nostra e Neofascismo, che proprio la moglie del governatore Mattarella, nel 1984 ha testimoniato al processo che a sparare al marito è un ragazzo che ha “il viso gentile, ma con lo sguardo glaciale” di Valerio Fioravanti, detto Giusva. Lo riconosce in foto. È documentato: Fioravanti nei giorni dell’omicidio era a Palermo. Tra confessioni e ritrattazioni, e con non poca difficoltà nel parlare di un proprio congiunto, il fratello minore di Giusva dichiara che a sparare al presidente sia stato proprio suo fratello, e fa il nome di Cavallini -altro terrorista neo dei Nar -. Aggiunge che nei paraggi fosse appostato Massimo Carminati, mente dell’agguato, malavitoso nero anche legato alla Banda della Magliana divenuto anni dopo capo di «Mafia Capitale».
Cosa ci fa indignare? Che Colosimo si sia apprestata ad eliminare le tracce dal Web della frequentazione con Ciavardini risalente al 2010 quando giovane consigliera della Regione Lazio si avvicina all’associazione da questi fondata un anno prima dentro il carcere di Rebibbia; nel 2014 Colosimo ha pubblicato le foto su Fb che la ritraggono sorridente con Ciavardini. La giustificazione odierna che i rapporti erano solo istituzionali stride con la natura non istituzionale della foto. Perché cancellarla proprio adesso?
Cosa ci fa indignare? Che Luigi Ciavardini – simbolo del neofascismo degli anni ‘70 -connivente col Movimento Sociale di cui oggi è erede Fratelli d’Italia – è stato difeso dall’accusa di stragismo da Meloni – oggi capo del Governo – quando Giorgia Meloni era dirigente dell’organizzazione giovanile di Alleanza Nazionale.
Luigi Ciavardini è stato condannato in Cassazione per la strage di Bologna del 2 agosto 1980 – è riconosciuto esecutore materiale – in cui hanno perso la vita 85 persone, la più piccola è Angela Fresu, una bimbetta di tre anni e oltre 200 sono i feriti. Ma i bambini uccisi nella strage sono in tutto sette. Al tempo di quella dichiarazione di Meloni erano già stati condannati in via definitiva per quella strage Valerio Fioravanti e Francesca Mambro – del gruppo eversivo neofascista dei NAR, Nuclei Armati Rivoluzionari – con pronuncia favorevole alla sentenza anche da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo.
Luigi Ciavardini è pluricondannato: per l’omicidio del poliziotto Francesco Evangelista e del magistrato Mario Amato che aveva proseguito le indagini di Vittorio Occorsio sui legami tra destra eversiva, Loggia P2 e apparati dello Stato. Giusva Fioravanti festeggia a ostriche e champagne la sera del 23 giugno 1980 la morte del “giudice più odiato della destra eversiva” (lo ha detto Fioravanti).
Lo stesso Occorsio era stato assassinato per mano del terrorista nero Pierluigi Concutelli
Cosa ci fa indignare?
Che Colosimo non abbia il profilo opportuno per ricoprire una carica così complessa e delicata. Data la portata dell’incarico, semplicistica e di maniera, quasi beffarda, suona l’osservazione: – Vediamo cosa farà -.
Il filosofo Immanuel Kant si poneva tre interrogativi fondamentali: “Cosa posso sapere? Cosa devo fare? Cosa posso sperare?”.
- nella foto Ciavardini e Colosimo