Barcellona, intervento di Rino Nania: umanizzazione in Sanità
Di recente in due occasioni si è avuto un confronto con la dr.ssa Giovanna Volo, assessore alla salute della Regione Siciliana, innanzi alla VI commissione avente competenze sulla salute dell’ARS sulla rimodulazione delle forniture di servizi ospedalieri nel distretto D28 avente come capofila il comune di Barcellona P.G.. In entrambi gli incontri sono stati ‘considerati’ i livelli di omogeneità da garantire in termini di prestazioni mediche e di assistenza, nonchè di efficienza raggiunti nell’ambito di un territorio che si ritrova in un uno stato di permanente e diffusa precarietà, che va affrontato secondo coordinate che abbiano linee guida nazionali.

Difatti oggi si perviene alla necessità di un rilancio dell’organizzazione sanitaria, sí da garantire cure adeguate e soddisfazione del diritto alla salute di tutti. Orbene, nel contempo e soprattutto adesso, è necessaria una riflessione che spinga tutti gli addetti ai lavori (siano essi giuristi ovvero specialisti di organizzazione sanitaria o sindacati) affinchè si sollecitino i più ampi contributi in materia di organizzazione strutturale, di forniture di risorse medicali, di culture gestionali in ambito professionale, di attenzione a come assistere, oltre che, curare il paziente.
Bisogna, qui ed ora, partire dal bisogno di “umanizzazione” che si diparta da come da subito si prenda in carico il paziente: e qui bisogna soffermarsi sulla immediata gestione presso i pronti soccorso dell’assistito e degli accompagnatori e/o familiari fino alla dimissione ovvero al ricovero.
In questo plesso amministrativo vi è in esame un disegno di legge che trae fondamento dalla Legge regionale 14 aprile 2009, n.5 ‘Norme per il riordino del servizio sanitario regionale; dalla legge n.5 del 14 aprile 2009 che disciplina il sistema di emergenza urgenza; dal Piano sanitario regionale 2011-2013; dal Decreto Presidenziale 18 Luglio 2011 ‘Il piano della salute 2011’.
In argomento bisogna rilevare che sempre più spesso la presa in carico dei presidi ospedalieri del paziente e dei familiari/accompagnatori che spesso avviene in modo non del tutto organizzato, se non sotto il profilo strettamente sanitario e terapeutico di primo impatto in ordine alla qualificazione di emergenza-urgenza, e sostanzialmente sprovvisto di correlata formale comunicazione e adeguata informazione tanto da causare frequentemente episodi di tensione e di sovraffollamento dei familiari in sala di attesa nelle unità operative di pronto soccorso.

Per cui il disegno (che ha come primo firmatario l’On. Giuseppe Galluzzo) intende assumere e farsi carico della centralità del paziente/utente per riorganizzare il triage intraospedaliero secondo le più aggiornate linee d’indirizzo provenienti dal tavolo tecnico istituito presso il Ministero della salute dal decreto ministeriale 2 aprile 2015, n.70. Tale tavolo è composto dal ministro stesso, l’agenzia nazionale per i servizi sanitari locali, le Regioni, le provincie autonome di Trento e Bolzano e gli enti locali a cui è demandata la formulazione delle linee d’indirizzo del sistema sanitario nazionale.
La centralità del paziente sancita dalla carta costituzionale italiana all’art.32, dalla dichiarazione europea dei diritti e dei doveri del paziente, dalla Carta di Firenze rapporto medico-paziente viene qualificata come la facoltà e del diritto riconosciuto al paziente di ricevere informazioni, la facoltà/obbligo di esprimere il formale consenso ai trattamenti, la facoltà di esercitare la libera scelta alle terapie di cui può essere fatto oggetto, nonché ad aver tutelata la privacy e la confidenzialità e di ricevere in tempi ragionevolmente brevi il trattamento sanitario appropriato, sino a porre l’accento sugli standard di qualità del servizio sanitario.
Orbene volendo assumere tali diritti come principii ispiratori e riferendoci all’art 10 della Legge regionale n.5 14 Aprile 2009 che prevede la determina di una legge che si ispiri ai criteri di qualità, efficienza e uniformità territoriale, che a nostro avviso ben si inseriscono nel concetto di equità sancita dalla carta europea, in questo senso si propone di riformare gli standard del triage, assumendo che il triage intraospedaliero – da istituire nei distretti ospedalieri, sedi di pronto soccorso – sia il primo contatto di tipo sanitario che il soggetto deambulante ha con l’organizzazione sanitaria periferica del S.S.R..
Essendo il triage una funzione infermieristica volta alla definizione delle priorità assistenziali attraverso la valutazione della condizione clinica, esso di fatto è la prima interfaccia comunicativa tra infermiere, paziente e accompagnatore. Inoltre l’obiettivo dello stesso è organizzare l’attesa per il trattamento, ovvero di attivarsi per inserire l’assistito nel percorso diagnostico, terapeutico, assistenziale del pronto soccorso. Così il triage potrebbe ulteriormente contribuire senza ombra di dubbio a migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie offerte.
Il secondo momento di interfaccia comunicativo si determina all’interno dell’area di visita e trattamento del pronto soccorso, ovvero si delinea nel rapporto medico d’emergenza, paziente e accompagnatori. Così il triage, anche in questa fase, potrebbe svolgere un ruolo molto importante ed incisivo per determinare livelli migliori di qualità, in quanto funge da mediatore tra il medico d’emergenza e l’accompagnatore.
Se la presa in carica del paziente nella struttura ospedaliera è momento d’inizio di percorso interno al pronto soccorso, tuttavia la presa in carica del paziente va delineata comprendendo anche le indicazioni direzionali da parte delle direzioni sanitarie. Difatti nell’attuale stato dell’arte vanno riordinati anche i sistemi articolati e complessi di emergenza urgenza. Con il decreto legge approvato il 29 marzo 2023 in Consiglio dei Ministri, finalmente potranno partecipare ai concorsi per dirigente medico nel pronto soccorso anche gli esperti in emergenza sanitaria territoriale con almeno tre anni di esperienza e senza specializzazione, tra cui anche operatori del 118 e delle guardie mediche.
Nel provvedimento si aggiungono maggiori incentivi e una più seria tutela penale per il fenomeno indegno delle aggressioni ai sanitari. Tale soluzione, da intendersi come esatta, viene approntata assieme a tutti i sindacati di settore, tra i primi a sostenere che la carenza di migliaia di medici specialisti andava colmata in questo modo.
Così il ministro della Salute ed il presidente Meloni hanno individuato una risposta risolutiva a questo dramma, che colpisce in modo particolare vaste aree del territorio siciliano. Ed in questo contesto contro la destra che sta al Governo, come dice il Giuslavorista Prof. Pietro Ichino, la sinistra (oggi forza parlamentare di opposizione) rimane abbarbicata a logiche strumentali laddove, invece, dovrebbe, una volta per tutte, decidere … e “superare questa contraddizione: essa non può essere al contempo la paladina del settore pubblico e la paladina del sistema attuale di gestione del personale nel settore pubblico.”. Ovvero la sinistra deve decidersi se sposare il principio di responsabilizzazione della dirigenza della funzione pubblica anche in ambito sanitario che deve coniugarsi con il principio di efficienza, efficacia e produttività. (12 aprile 2023).

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