Cultura

Se esiste un Dio delle piccole cose, si chiama Vincenzo

Se esiste un Dio delle piccole cose, sono certa che si chiama Vincenzo di Angela Rizzo

Ieri mi sono fermata. Nel pomeriggio ho deciso che dovevo respirare, guardare, passeggiare e sorridere al 2023, dopo un’intensa riflessione su cio’ che e’ stato fatto, su cio’ che si deve fare e sulla mancanza degli ingredienti principali: l’umanita’, l’empatia e la condivisione.

Infatti, se si condividono i pensieri loro diventeranno piu’ leggeri e si trovera’ la soluzione più facilmente.

Ore 17,00 posteggiamo la macchina in centro e poi via a piedi con passo lento proprio come si fa quando ti gusti un bel baba’ con la panna. A guidarci e’ Vincenzo, di anni 10. Cammina come John Wayne, ha una camminata da duro, ma con un viso dolce e papputo, da bambino tenerissimo.

E’ lui che detta il percorso, prima tappa farmacia del Viale entra e viene accolto da: Ciao Vincenzo come stai? Lui saluta, abbraccia distribuisce

baci e va via, noi lo seguiamo dopo aver chiacchierato qualche minuto con il titolare e con i farmacisti. Continuiamo la nostra passeggiata, Vincenzo si ferma agli incroci il suo papa’ con dolcezza gli ricorda di guardare a destra e a sinistra e poi attraversare, anche se con fare distratto, lo ascolta gira la sua testa prima a destra e poi a sinistra e continua la sua passeggiata da “duro” .

Seconda tappa Benetton, noi lo seguiamo a qualche passo di distanza. Prende la scala mobile facendo attenzione a non mettere il piede tra uno scalino e l’altro e arriviamo al primo piano, giriamo tra l’abbigliamento colorato e Vincenzo distribuisce sorrisini e abbracci a tutti. Lui sa cosa deve fare, non prende l’ascensore (lui sa che e’ guasto) scendiamo dalle scale salutiamo e nuovamente per strada. Arriviamo alla galleria dell’Upim, entriamo da Porcellana Bianca, Vincenzo e’ a suo agio, e’ conosciuto e con gentilezza sta salutando tutti come dovremmo fare tutti noi. Fermarci scambiare un saluto e un sorriso. Ora entriamo nel palazzo dell’Upim si ferma nella guardiola del portiere gli stringe la mano e il Portiere con un largo sorriso: Ciao Vincenzo, come stai? Da qualche giorno non ti vedevo, Vincenzo elargisce carezze affettuose con la sua paffuta manina e sale tutta la rampa e arriva all’ascensore della scala A, prendiamo l’ascensore saliamo al terzo piano per poi scendere un piano a piedi e riprendere l’ascensore al secondo piano. Scendiamo le scale, io lo solletico, lui ride e mi fa capire che posso continuare a scherzare con lui. Ridiamo insieme e mi prende la mano, ora scendiamo le scale insieme e il suo papa’ da dietro scandisce le parole: destra, sinistra. Destra, sinistra. Sinistra …ecco che Vincenzo inizia a scendere le scale correttamente e non come un bambino piccolo, gia’ perche’ lui non vuole sentirsi dire che e’ piccolo.

Siamo nuovamente per strada e riprendiamo la nostra passeggiata, ecco che Vincenzo si ferma in un negozio di oggettistica e bomboniere, la porta e’ chiusa, suona e la signora lo accoglie con un sorriso di gioia e un saluto di graditudine. Ciao Vincenzo, ero preoccupata, in questi giorni non sei venuto a trovarmi. Quattro chiacchiere con la titolare del negozio, volevo acquistare delle tazze da the con la teiera che funge da coperchio. Andiamo via con la promessa della titolare che mi fara’ sapere.

Ora e’ la volta di un negozio tipico di prodotti alimentari orientali, la titolare abbraccia Vincenzo lo bacia, lo accarezza e lui si prende tutte le sue coccole. Ci fermiamo in un bar come un ometto allunga la mano ad Orazio il proprietario, ecco una lavanderia Self Service all’interno alcune persone che sedute aspettano che il bucato si lavi, si siede anche Vincenzo e accavalla la gamba proprio come loro. Salutiamo e poi andiamo via, siamo arrivati alla macchina. Abbiamo concluso la passeggiata della tenerezza, grazie a Vincenzo abbiamo chiacchierato, salutato, sorriso e vissuto 3 ore apparentemente senza concludere nulla, ma abbiamo vissuto una giornata intensa e ricca di emozioni che sono necessarie per non perdere la tenerezza delle piccole cose.

I messinesi sono brave persone, hanno un cuore che ogni tanto deve essere stimolato, e’ compito di ognuno di noi capire che CI DOBBIAMO FERMARE e fare la passeggiata della gentilezza, con Vincenzo, da soli, dobbiamo augurare buongiorno e mettere da parte la fretta e la frenesia di accumulare ricchezze che senza il saluto e il sorriso di uno sconosciuto non valgono a nulla. Vincenzo ha tante cose da insegnare e noi dobbiamo imparare dai tanti Vincenzo che ci circondano e i primi a doversi mettere in discussione sono proprio coloro che fino a oggi hanno IGNORATO VINCENZO e tutti coloro che sono come VINCENZO.

A nulla valgono le processioni, le messe e le letture del Vangelo e nemmeno l’accumulo di ricchezze se nella vostra arida vita non avete mai fatto la “passeggiata della gentilezza”.

Quando sono stanca di lottare contro l’ indifferenza, l’insensibilita’, l’ingordigia politica, l’avidita che mi opprimono e mi schiacciano quotidianamente, prendo Vincenzo per mano, grazie Vincenzo, il bambino piu’ conosciuto in citta’.

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