24 anni senza RINO NICOLOSI. Quasi un quarto di secolo di Giovanni Burtone
Quante cose sono cambiate in questi anni, ma quanti dei suoi insegnamenti sono ancora attuali.
Nel rimettere piede all’interno dell’Assemblea Regionale il mio primo pensiero è andato a lui.
L’ho ricordato sulla sua sedia di Presidente e tanti ricordi mi hanno attraversato la mente.
Intuitivo, lungimirante aveva indubbiamente una marcia in più e questo gli consentiva di vedere prima degli altri cosa stava accadendo.
Quando agli inizi degli anni 90 si affacciava la Lega, allora Lombarda, aveva capito che l’insofferenza di segmenti produttivi del nord verso il sud sarebbe stato un problema per la coesione nazionale. Era uno dei suoi crucci quello di fare in modo che il Sud non subisse ma si attivasse per attrarre investimenti e per rilanciarsi senza cedere a logiche assistenzialiste.
Oggi che il tema dell’Autonomia si ripropone in tutta la sua portata devastante per il Paese, dobbiamo far tesoro delle sue considerazioni ed evitare di giocare solo di rimessa, altrimenti partiremmo sconfitti in partenza.
Ma era così su tutto.
Solo se penso alla crisi internazionale che stiamo vivendo con la guerra in Ucraina e la richiesta di una pace giusta, ricordo il Rino Nicolosi che senza mai venir meno ai principi della politica Atlantista con coraggio e autonomia si recò in Libia per far rilasciare i nostri pescatori sequestrati da Gheddafi. E anche allora eravamo a rischio conflitto nel cuore del mediterraneo.
E cosa dire su tutte le questioni di grande attualità. Pensiamo ad esempio alla questione formazione professionale che era un suo pallino. Era lo strumento per sostenere il sistema produttivo e qualificare la manodopera. Si poneva il problema di chi non aveva mezzi, di chi non aveva studiato e rischiava di rimanere fuori dal mercato del lavoro. Per lui il dialogo e il confronto erano imprescindibili perché la politica era ed è la ricerca di un punto di caduta, di un equilibrio tra parti lontane, di confronto tra opinioni e idee diverse.
A distanza di 24 anni il quadro politico regionale e nazionale ha visto, purtroppo, una involuzione. Sulle idee prevale la comunicazione che per Rino era quanto di più distante potesse esserci da lui. E non perché non fosse comunicativo ma perché, come soleva spesso ripetere a noi che gli eravamo vicini: “la comunicazione non è tutto perché, prima di parlare, bisogna pensare bene a come impattano le parole di un uomo politico con responsabilità sugli elettori.”
Lo spread tra ieri e oggi aumenta l’umana nostalgia di una persona perbene, di grande qualità e spessore valoriale, manca a chi lo ha conosciuto, manca a questa terra.
La memoria è l’unico mezzo che abbiamo per continuare a tenerne vivi gli insegnamenti e ad avere una sorgente di pensiero originale e inesauribile.
24 anni senza Rino Nicolosi, quasi un quarto di secolo
