I politici siciliani considerano i disabili un peso di Pif – tratto da la Repubblica Palermo
Il problema dei disabili è considerato come un qualcosa in più, come un extra, della serie “e poi ci sono i disabili”
Quando capita di andare all’estero, in Germania o in Inghilterra, vedi in giro tante persone sulla sedia a rotelle, più di quante ne vedi in Italia. La prima riflessione che fai è “che sfiga in Germania”, ma la verità è che lì, all’estero, i disabili hanno la possibilità di uscire e prendere un mezzo pubblico mentre in Italia è difficile prendere persino un ascensore. Il problema quindi è innanzitutto nazionale, perché c’è una mancanza di educazione alla disabilità, manca la sensibilità: quando si parcheggia davanti a uno scivolo magari lo si fa senza cattiveria, non si pensa che un disabile non ha un piano B, non può prendere un’altra strada come farebbe un normodotato.
A Palermo come sempre tutto è moltiplicato, qui già un normodotato fa fatica a camminare su un marciapiede. Ma se il cittadino ha scarsa sensibilità verso questo problema, difficilmente la potrà avere il politico eletto dallo stesso cittadino scarsamente sensibile. Nel ceto politico siciliano il problema dei disabili è considerato come un qualcosa in più, come un extra, della serie “e poi ci sono i disabili”. Sarebbe bello individuare un nemico preciso ma la gran parte della politica siciliana avverte i disabili come un peso, un “di più”, qualcosa che bisogna accollarsi. Il segnale è questo, ma non è possibile che non si affronti il problema.
Ha ragione la scrittrice Simonetta Agnello Hornby quando dice che il disabile qui non si vede in giro perché non può andare in giro: in Germania li vedi e qui no perché sono prigionieri. Se non possono permettersi la macchina attrezzata per entrare con le carrozzine o il taxi, se non sono benestanti rimangono a casa. E questo nel 2022 è inaccettabile. Si dovrebbe fare un piano che coinvolga i cittadini per dire “ricordiamoci che nei marciapiedi un disabile deve poter scendere e salire in qualunque orario del giorno e della notte”. Perché è bello pensare che un disabile, se ne ha voglia, possa fare una passeggiata anche alle 3 del mattino.