Alla luce di quanto avvenuto nei mesi scorsi appare evidente che sulla vicenda del Brennero si è giocata una durissima partita politico-elettorale che tendeva a far leva su un sentimento neo-nazionalista che va diffondendosi rapidamente in Europa fondato sulla difesa da una presunta invasione di popoli portatori di altre culture, altre religioni ed anche di eventuali cellule e germi di terrorismo capaci di scardinare l’ordine costituito nazionale prima ancora che la stessa civiltà europea. Su queste basi si è giocata una battaglia frontale in Austria, per ora vinta dalle forze più razionali e democratiche, ma che ha lasciato il Paese diviso a metà. Anche se la tensione sembra essersi placata, il Brennero nei prossimi mesi e negli anni a venire resterà un punto caldo in cui si potranno verificare all’improvviso altre importanti e drammatiche crisi.