Messina

Baracche, 100 anni di storia nelle mani del prefetto

Baracche, cento anni di storia messinese nelle mani del prefetto di Graziella Lombardo, responsabile messinatoday

Quella dei poteri speciali forniti dal governo a Cosima Di Stani è una straordinaria opportunità per Messina. Cancella l’inutilità progettuale di anni e anni di malgoverno e consegna a una funzionaria dello Stato progetti per i quali sono disponibili anche i fondi.

Oltre cento anni di storia messinese sono stati consegnati nelle mani del prefetto di Messina, Cosima Di Stani con un decalogo che viaggia sotto l’egida “risanamento” e segna il cronoprogramma della possibile risoluzione. Ci sono, non potevano mancare, demolizione,  rimozione,  smaltimento dei materiali di risulta, risanamento, bonifica e riqualificazione urbana e ambientale delle baraccopoli di Messina. 

Un libro dei sogni? No. Se la prefetta-commissario, munita di poteri speciali, si mette al lavoro, le cose che sono state scritte rischiano davvero stavolta di essere realizzate. E non già perché sia uno sforzo sovrumano. Ma solo perché c’è la volontà di farlo. Perché quella dei poteri speciali forniti dal governo al prefetto è una straordinaria opportunità per Messina. 

Cancella l’inutilità progettuale di anni e anni di malgoverno e consegna nelle mani di una funzionaria dello Stato progetti definiti per i quali sono disponibili anche i fondi. 

Quello che sarà più difficile cancellare è invece il degrado mentale generato proprio da quel malgoverno che della cultura delle baracche si è alimentato facendolo infiltrare anche nella teste di chi oggi fa fatica ad avere una visione diversa da quella dell’assistenzialismo. Come si spiegherebbe altrimenti, che per anni i soldi per il Risanamento non sono stati spesi o sono stati spesi male? 

E in questo fallimento – che non riguarda solo le baracche – vanno inseriti anche coloro che per anni e anni hanno raccontato una città che non c’era prestando il fianco a una “finzione funzionale” a precisi interessi politici, economici e sociali che hanno sguazzato tra cooperative pompate all’ombra delle società miste. 

Ora, questa circolarità – chi non vuole attribuire meriti al sindaco Cateno De Luca la può anche affidare al caso – si é forse spezzata. Così come la morgana illusione che ha prodotto lassismo, clientelismo e falsa morale. La stessa che fa indignare per i detestabili “blitz” ai burocrati ma glissa sulla mancanza di merito che fa la differenza tra sviluppo e sottosviluppo. Il primo rigenera i sistemi e restituisce fiducia e prestigio alle istituzioni. Buon lavoro, prefetta.

  • tratto da messinatoday

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