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GIOVANNI CAMINITI: SALVARE ATTREZZATURE DELLA STRETTO MESSINA

GIOVANNI CAMINITI (CITTADINANZATTIVA): SALVARE LE ATTREZZATURE DELLA STRETTO MESSINA PER MONITORARE L’AREA DELLO STRETTO

L’ing. Giovanni Caminiti, responsabile per l’ambiente di CittadinanzAttiva, ritiene che la rete di monitoraggio ambientale, dati e software di gestione, installati sul territorio messinese e calabrese, dal Monitore Ambientale (MA – ATI Fenice), per conto della Stretto di Messina sia un patrimonio prezioso  per l’Area dello Stretto, da non disperdere, anche  in vista della redazione di un indispensabile  serio piano preventivo antisismico in detta area.

Pertanto  l’Associazione, in occasione dell’incontro tenutosi qualche giorno fa, ha chiesto al dott. Eller, competente per materia, di acquisire al patrimonio comunale le attrezzature, attraverso la definizione di un accordo procedimentale con il  Ministero delle Infrastrutture, oggi succeduto alla Stretto di Messina, affidandone poi la gestione, giacché il comune non è sufficientemente attrezzato per farlo direttamente, rispettivamente al Dipartimento di Ingegneria dell’Università ed all’ARPA Sicilia, che hanno già dichiarato la loro disponibilità. di massima in occasione di un incontro tenuto al Genio Civile presente l’assessore regionale Lo Bello.

In particolare all’ARPA dovrebbe essere anche consegnata la banca dati ambientali  (alfanumerici e cartografici) relativi alla qualità di aria e acqua, acquisiti nel corso delle attività di monitoraggio per un  periodo di osservazione delle componenti ambientali di circa 3 anni che, contenendo  milioni di dati, rappresenta un patrimonio prezioso per il nostro territorio, mentre alla facoltà di ingegneria  andrebbero affidata la gestione  delle apparecchiature che servono ad osservare i movimenti del suolo  nelle aree  in frana (gli  inclinometri) ed i risultati dei sondaggi effettuati  in moltissime località urbane e non.

Entrambe le strutture menzionate   La necessità di agire con la massima urgenza dipende dal fatto che dal 1 marzo 2013,  secondo quanto previsto dal DL 2 novembre 2012 n. 187, sono caducate, tutte  le  convenzioni, tra cui quella con il Monitore Ambientale, per cui al momento sono state sospese le attività e le apparecchiature installate rischiano la totale dismissione impedendo  l’acquisizione di un costante flusso di dati ambientali assolutamente  unico nel territorio italiano ed utilissimo per  il controllo e la gestione delle qualità ambientali di una area di pregio ambientale ed ad elevato rischio sismico  quale è quella dello Stretto di Messina.

Infatti il Progetto di Monitoraggio Ambientale Territoriale e Sociale (PMATSU) non è stato pensato solo per un mero controllo delle condizioni ambientali ma anche come strumento di conoscenza del territorio e delle sue dinamiche, per cui non è stato condotto solo all’interno delle “aree di cantiere” (pari a circa 20 km2), in riferimento ai limiti ed agli obiettivi normativi, ma su una più estesa porzione di territorio (“area vasta”) interessata dalle possibili trasformazioni territoriali indotte dalla realizzazione del Progetto Ponte.

Il monitoraggio di “area vasta”, eseguito dal Monitore Ambientale (MA – ATI Fenice), ha incluso, quindi, oltre una porzione di territorio a terra (circa 100 km2), anche un paraggio marino (circa 1.500 km2), a nord e a sud delle coste direttamente interessate dall’Opera, dedicato al monitoraggio dei mammiferi marini. Gli ambiti presi in esame dal monitoraggio hanno riguardato le seguenti componenti ambientali: Atmosfera, Acque superficiali, Acque sotterranee, Ambiente marino, Suolo e sottosuolo, Vegetazione e flora, Fauna, Ecosistemi, Rumore, Vibrazioni, Paesaggio, Stato Fisico dei Luoghi e Viabilità dei cantieri, Campi elettromagnetici, Ambiente sociale. La rete di monitoraggio, nella fase ante operam, ha compreso più di 2.300 stazioni di misura, di cui circa 250 hanno operano in continuo. In particolare  rischiano  la  totale dismissione le Cabine di qualità dell’aria ( 14 centraline), la Rete inclinometrica ( 160 inclinometri), le Stazioni topografiche totali ( 6 stazioni), i Correntometri e  le sonde CTD  (3 correntometri e 3 sonde CTD), le Centraline meteo ( 3 centraline ), i Sensori traffico (  8 sensori).

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