Conte humanum est, opposizione diabolica di Giovanni Frazzica
Si, è vero, Giuseppe Conte in quella parte del suo discorso, particolarmente apprezzata dalla sua tifoseria, qualche errore lo ha commesso, diciamo che non è stato politicamente corretto more solito. Anche se, come meglio precisato dalla stampa, fu il Consiglio dei Ministri del governo Berlusconi IV ad approvare il 3 agosto 2011 “il disegno di legge per la ratifica della decisione del Consiglio Europeo 2011/199/Ue, che modifica l’articolo 136 del Trattato sul funzionamento della Ue relativamente a un meccanismo di stabilità (Esm – European Stability Mechanism), nei Paesi in cui la moneta è l’euro. Obiettivo della Decisione è far sì che tutti gli Stati dell’Eurozona possano istituire, se necessario, un meccanismo che renderà possibile affrontare situazioni di rischio per la stabilità finanziaria dell’intera area dell’Euro”. Ma allora tutto questo che significa? Al di là della apparente fragilità temporanea, che comunque lo fa apparire un po’ sanguigno, umano, capace di rispondere alle infamanti bugie, ci fa intuire che c’è ben altro. Meloni e, soprattutto Salvini, non sono soltanto due esponenti politici in crisi di astinenza da microfono che utilizzano ogni occasione buona per sparare sulla croce rossa per attirare le telecamere. C’è dell’altro, questo parlare a più “mezze voci” di Draghi, che alimenta un coro trasversale che si prepara all’esordio per la fase tre, quella della ricostruzione dopo il Covid. Die Welt ha esagerato nel dire che la mafia è in attesa dei fondi europei, ma in Italia, gente che ci fa un pensierino sui fondi europei, ivi compresa la mafia, ce ne sta. Li abbiamo dimenticato gli imprenditori che gioivano per il terremoto dell’Aquila? O i lobbisti che succhiano il latte della Covip? C’è tutto un mondo che non si rassegna a lasciare vecchie mentalità e che, anzi, vorrebbe utilizzare la catastrofe come occasione di business e forse anche un nuovo governo (Salvini) per rientrare in gioco. Quindi si invoca il nome di Draghi come uomo forte e capace, unico per gestire la rinascita del Paese e lo si contrappone a Giuseppi Conti, mai eletto da nessuno, segnalato da un partito che ha dimezzato i suoi consensi e da un Pd dipinto come partito delle tasse. Ma quelli che stanno tessendo questa trama, non priva di passaggi intermedi ricchi di suggestioni, del tipo più soldi per tutti, in caso di esito positivo dell’operazione, al primo imbizzarrirsi di Mario Draghi, non potrebbero dire che non è stato eletto da nessuno. Non dimentichiamo infatti che sono in scadenza le nomine dei vertici di ben 400 Aziende statali e tanti che temono di essere esclusi dalle scelte di questo governo stanno facendo il diavolo a quattro per farlo cadere, a prescindere dal fatto che possa essere o meno un buon governo. Ma le bramosie di questi avvoltoi “parastatali” non coincidono con gli interessi del popolo. E Draghi, qualora fosse davvero lui a gestire questa fase, si comporterebbe come un cagnolino ammaestrato?